Untitled, 2012, olio e smalto su tela, 170,2 × 135,9 cm
©Foto Massimo Listri
Rudolf Stingel (Merano 1956)
Ha frequentato la scuola d’arte in Val Gardena e, dopo brevi soggiorni a Vienna e a Milano, nel 1987 ha deciso di stabilirsi negli Stati Uniti, mantenendo sempre vivi i legami con le sue origini e dividendosi tra lo studio di Merano e quello di New York. Nel 1989 ha pubblicato Instructions, un manuale di istruzioni in sei lingue per creare con precisione le sue opere astratte. La sua ricerca si concentra sulle relazioni tra astrazione e figurazione, affrontando profonde tematiche esistenziali, la memoria, il tempo, la vanitas. Nel 1991 ha cominciato a realizzare la serie di ‘moquette’, installazioni pittoriche che rivestono anche completamente gli ambienti, offrendo allo spettatore un’esperienza immersiva e invitandolo a una relazione visiva e tattile con l’opera d’arte. La sua produzione è prolifica e diversificata, come dimostrano alcuni ritratti o autoritratti, di piccolissime o grandi dimensioni, realizzati con la tecnica del fotorealismo. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1993 e nel 2003 e a importanti mostre collettive, tra cui quelle al Museum of Contemporary Art di Chicago nel 1999, al Guggenheim Museum di New York nel 2004, al Museum of Contemporary Art di Los Angeles e al Walker Art Center di Minneapolis nel 2012. Tra le mostre personali, si ricordano quelle al MART nel 2001, al Museum für Moderne Kunst di Francoforte nel 2004, al Museum of Contemporary Art di Chicago e al Whitney Museum di New York nel 2007, alla Neue Nationalgalerie di Berlino nel 2010, alla Wiener Secession di Vienna nel 2012, a Palazzo Grassi di Venezia nel 2013 e alla Fondazione Beyeler a Riehen nel 2019. Le sue opere sono conservate in prestigiose istituzioni, tra cui il MAXXI di Roma, il Museion di Bolzano, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, il Whitney Museum di New York, il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Centre Pompidou e la collezione François Pinault di Parigi, la Tate Modern di Londra, la Fondazione Beyeler di Riehen, il Moderna Museet di Stoccolma. Ha ricevuto il premio Presidente della Repubblica per la pittura nel 2018.
Dal suo esordio negli anni Ottanta, Rudolf Stingel è sempre stato interessato alle questioni fondamentali sui termini materiali della pittura e dello spazio. La mano di Stingel rovescia le proprietà tradizionali della pittura – piattezza, verticalità, autonomia –, ricalibrando il rapporto tra spazio pittorico e superficie materica. Il suo approccio alla superficie ha sempre un che di paradossale. Per quanto affermi la materialità impassibile del dipinto, l’artista è anche profondamente interessato alle sue qualità tattili e seducenti. In Untitled (2012), Stingel non cessa di mettere in discussione la logica dei piani orizzontali e verticali, dipingendo l’immagine fotografica di un tappeto turco Sivas su una tela il cui orientamento è indiscutibilmente verticale. Il tappeto appare come una traccia fotografica spettrale; la sua materialità originaria trova nuova conferma come presenza pittorica ornamentale per via della superficie ricca e delicatamente stratificata. Come il linguaggio decorativo del rococò bavarese che ha caratterizzato gli anni formativi di Stingel in Sudtirolo, il motivo del tappeto si afferma come soggetto pittorico, infondendo le tracce dell’impronta fotografica con un senso palpabile della sua precedente presenza materiale e il suo significato. (estratto da un testo di Dr. Chrissie Iles, Anne and Joel Ehrenkranz Curator, Whitney Museum of American Art, New York)