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Gaetano Pesce

Cesto, 2021

©Foto Massimo Listri

 

Gaetano Pesce (La Spezia 1939)

A diciassette anni ha scritto un manifesto su L’incoerenza dell’artista e a venti è stato tra i fondatori del gruppo N. Nel 1964 ha iniziato a collaborare con Cassina e nel 1965 si è laureato in architettura a Venezia. Da allora, fino al trasferimento a New York nel 1980, si è spostato da Venezia a Londra, Helsinki e Parigi, insegnando in diverse città. Nel 1972 ha partecipato alla mostra Italy: The new domestic landscape al MoMA e nel 1975 ha esposto al Musée des arts décoratifs di Parigi. Dal 1980 ha realizzato progetti di architettura, urbanistica, interni e design in tutto il mondo. È stato un pioniere dell’uso dei materiali plastici schiumati nel disegno industriale e ha collaborato anche con B&B Italia, Zerodisegno, Swarovski, Meritalia e Melissa. Nel 1996 il Centre Pompidou gli ha dedicato una personale; da allora ha esposto nelle sedi più prestigiose: alla Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia, a Basilea e a Los Angeles, al MAXXI di Roma e a Palazzo Ducale di Mantova. Ha creato diverse installazioni per il Salone del Mobile di Milano. Le sue opere sono al MoMA, al Metropolitan Museum of Art, al Victoria and Albert Museum, al museo Vitra e al Centre Pompidou. Molti i riconoscimenti ricevuti, tra cui il Design Excellence Award del Philadelphia Museum of Art nel 2005, il Designer of the Year a Colonia nel 2006, l’IIC Lifetime Achievement Award nel 2010.

Il cesto Senzafine è stato creato tramite una speciale macchina a estrusione con una resina flessibile, a cui sono stati aggiunti dei pigmenti nei colori della bandiera italiana. Quest’opera è un esempio di come sia possibile utilizzare una produzione industriale per creare pezzi unici ogni volta diversi. Gaetano Pesce è stato pioniere nell’affrontare il tema della produzione diversificata o aleatoria nel design italiano, conferendo agli oggetti il diritto alla diversità. (Giulia Tosciri)