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Fausto Melotti

Bassorilievo losanghe, 1972, acciaio inossidabile, 112 × 90 × 6 cm

©Foto Massimo Listri

 

Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986)

Fausto Melotti è stato un artista versatile che ha dedicato la sua carriera alla sperimentazione con media differenti, tra cui la scultura, il bassorilievo, le installazioni ambientali, il teatro di marionette, i lavori su carta e la ceramica. Incredibilmente prolifico, Melotti ha avuto successo in Italia e all’estero a partire dagli anni Sessanta, ricevendo numerosi premi per l’eccezionale qualità delle sue ceramiche. Melotti iniziò la sua carriera dopo essersi laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano nel 1924. Studiò quindi scultura con Pietro Canonica e conseguì un diploma in pianoforte. Nel 1928 frequentò l’Accademia di Brera, dove, insieme a Lucio Fontana, seguì le lezioni di Adolfo Wildt. Negli anni Trenta era ormai perfettamente inserito nella scena artistica: nel 1935 si unì al movimento Abstraction-Création fondato a Parigi con l’obiettivo di promuovere il lavoro degli artisti non figurativi, e nel 1937 creò Costante uomo nella Sala della Coerenza, un’installazione ambientale pensata per la VI Triennale di Milano. Tra i premi e riconoscimenti: La Sarraz International Prize in Svizzera nel 1937; il Rembrandt Prize dalla Goethe Foundation a Basilea nel 1974; il postumo Leone d’Oro della Biennale di Venezia nel 1986. I suoi lavori sono stati esposti in importanti retrospettive, come quella a Palazzo Reale a Milano nel 1979 e quella al Forte Belvedere di Firenze nel 1981.

In Bassorilievo losanghe, Fausto Melotti sperimenta l’intrecciarsi di pittura e scultura, simulando, grazie alla prospettiva frontale e alla superficie bidimensionale, una tela da cui emergono geometrie tridimensionali che invadono lo spazio del fruitore. Il titolo richiama la tradizione scultorea del bassorilievo e allo stesso tempo indica le dinamiche insite nella trasformazione delle forme geometriche, dal momento che le losanghe, normalmente simili a rombi sottili, sono suggerite dalle due forme curvilinee sulla sinistra. Nonostante abbiano lo stesso profilo, queste due forme esplorano volumi differenti, servendosi del pieno e del vuoto, del rilievo e della piattezza. Grazie alle proprietà riflettenti dell’acciaio, l’opera interagisce con l’ambiente circostante creando un complesso gioco di luci e ombre. Le tre linee ondulate sulla destra si imitano l’un l’altra nel movimento, seguendo uno schema regolare. Melotti esplora il regno dell’astrazione attraverso un uso innovativo della geometria e un marcato dinamismo creato dall’interazione di forme e volumi diversi. In questo lavoro le forme non figurative sono disposte, come in una partitura musicale, in perfetta armonia, combinate in un equilibrio ricercato meticolosamente per evocare la natura lirica e spirituale dell’arte astratta. (Magazzino Italian Art Foundation)